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“IN PELLEGRINAGGIO”

24 h per percorrere un tratto del “Cammino della Rosa”

Forse non tutti sanno che in Lombardia è stato ideato un lungo itinerario che parte da Monza e collega per oltre 600 km tutti i principali santuari mariani, molti dei quali accomunati da una particolare devozione alla Madonna del Latte. Per la sua forma floreale questo percorso è noto come “Cammino della Rosa” o “Cammino di Sant’Agostino”, dal nome del religioso che, secondo le tradizioni, avrebbe vissuto parte della sua spiritualità in questi luoghi, soprattutto nella località di Cassago Brianza. Prima di presentare quello che secondo me è il tratto più interessante da percorrere, mi piacerebbe riflettere sul senso della parola cammino.

Cosa è secondo voi un pellegrinaggio? Spesso sentiamo parlare di Santiago de Compostela, Gerusalemme e Roma come mete per i pellegrini proprio perché si tratta di un cammino devozionale per raggiungere una meta spesso religiosa. Dunque, il fine ultimo che contraddistingue un semplice trekking da un vero e proprio pellegrinaggio è lo spirito, l’intento con cui si affronta il viaggio. Se siete alla ricerca di un momento per voi stessi, per riflettere in tranquillità immersi in una cornice naturalistica verdeggiante, vi consiglio un tratto specifico del Cammino di Sant’Agostino che vi farà sperimentare, anche solo per 24 ore, l’atmosfera raccolta del pellegrinaggio e forse questa giornata potrebbe farvi accendere il desiderio di diventare pellegrini a tutti gli effetti.

Suggerimenti per il vostro itinerario: il lungo Adda da Trezzo a Imbersago

Sono molte le proposte possibili per ripercorrere una tappa del Cammino di Sant’Agostino e, se vi trovate nel nord Italia, probabilmente vi capiterà di notare delle segnalazioni con un simbolo a forma di rosa; ciò significa che vi trovate in uno snodo dell’itinerario in questione. Io vi propongo un tratto di circa 22 km che parte da Trezzo sull’Adda e giunge a Imbersago.

La partenza è prevista in mattinata presso il Santuario carmelitano di Concesa, una frazione di Trezzo dove si trova una piccola chiesa contenente una delle tele raffiguranti la Madonna del Latte di cui vi accennavo poco fa. Questa località si trova sulla sponda del Naviglio Martesana, un importante punto di riferimento che vi accompagnerà nelle prime ore di cammino.

Procedete in direzione Lecco costeggiando il naviglio, non ci sono possibilità di sbagliare perché il sentiero segue sempre il corso d’acqua; inoltre, si tratta di una strada pianeggiante su terra battuta, adatta a qualunque tipo di pellegrino, incluse le famiglie con bambini. I primi chilometri del tragitto sono costellati da maestose centrali idroelettriche ancora funzionanti che sfruttano il corso d’acqua per produrre energia. Qualche esempio? La centrale Esterle, capolavoro italiano in cotto e mattoni a vista dedicato all’omonimo ingegnere della Società Edison, e la centrale Taccani, costruita agli inizi del secolo scorso e sovrastata dalle rovine di un castello medievale.

In aggiunta, questo percorso viene soprannominato da molti “ecomuseo leonardesco a cielo aperto” perché in questo tratto potrete ammirare tutti gli oggetti di studio del maestro Leonardo da Vinci: dalle dighe che sbarrano il corso d’acqua alle chiuse che ancora conservano le loro antiche porte in legno, dalle sponde per contenere l’acqua alle diramazioni in canali che permettevano l’irrigazione e il trasporto fluviale dall’Adda fino ai Navigli milanesi. Il punto di maggior interesse per gli appassionati di Leonardo è sicuramente il traghetto da lui ideato e situato leggermente più avanti nel percorso, a Imbersago. Si tratta di una piccola imbarcazione che sfrutta la corrente fluviale per attraversare l’Adda. Se volete provare questa esperienza, ricordate che il battello è funzionante da marzo a ottobre e permette il trasporto solo di persone e biciclette.

Gambe in spalla e si procede nel cammino

Dopo la prima metà del percorso, si è fatta l’ora di pranzo. Il mio consiglio è quello di portare i panini da casa per fare un picnic circondati da un paesaggio naturalistico meraviglioso. Lungo il percorso troverete vari tavolini di legno che si affacciano sul fiume, in questo modo potrete pranzare osservando la flora e la fauna fluviali con famigliole di cigni, cuccioli di papere e altri volatili. Il tutto è accompagnato da una fantastica vista della Grignetta, un alto monte che svetta in lontananza verso il lecchese.

Dopo esservi riposati e aver riempito la pancia, è giunto il momento di rimettersi in moto, presto raggiungerete il confine tra Cornate d’Adda e Paderno, una località dove si trova il Santuario della Madonna della Rocchetta, una piccola chiesa immersa nel verde e arroccata su una collinetta raggiungibile tramite una lunga scalinata. Nel piazzale della chiesa ammirerete una statua di Leonardo da Vinci con lo sguardo rivolto verso la boscaglia, provate a osservare nella sua direzione e scoprirete che quello scorcio assomiglia molto a una tela del maestro; secondo alcuni critici, infatti, Leonardo si sarebbe ispirato a questa veduta per dipingere il paesaggio della “Vergine delle Rocce”, una tela ora conservata al Louvre. Se volete ascoltare una spiegazione interessante del luogo, arrivati al santuario, chiedete del signor Fiorenzo Mandelli, un volontario appassionato di storia leonardesca che ha contribuito a rimettere a nuovo il luogo.

Se tutto questo camminare vi ha messo appetito, in prossimità del santuario trovate un punto di ristoro chiamato “Lo Stallazzo”, un tempo sede delle stalle per il riposo dei cavalli sfruttati per il trasporto delle imbarcazioni fluviali e oggi riconvertito in ristoro di cibo casereccio e prodotti locali.

Proseguite in direzione Lecco e in pochi istanti incrocerete con lo sguardo il Ponte di Paderno, una imponente opera architettonica che permette il passaggio tanto di auto quanto di treni. Costruito tra il 1887 e il 1889, questa struttura lunga 266 metri è nota anche come Ponte San Michele o Ponte Rothlisberger, dal nome dell’ingegnere svizzero che lo progettò. All’altezza di Robbiate troverete una piccola deviazione nel paese per evitare di passare sotto il ponte, da anni oggetto di restauro.

La destinazione finale del pellegrinaggio è il Santuario della Madonna del Bosco, una chiesa seicentesca di Imbersago nota per il suo “miracolo del lupo”, un episodio in cui un figlio di contadini locali fu aggredito da un lupo ma, grazie all’apparizione della Madonna, l’animale fu costretto a lasciare la preda e riconsegnare il neonato alla famiglia. Dal momento dell’apparizione mariana il santuario ha acquistato sempre maggiore importanza per i fedeli.

Se ancora non avvertite la stanchezza dei chilometri macinati, vi consiglio di fare un’ultima tappa alla Chiesa di Arlate, il paese accanto, un edificio che nasconde al suo interno un magnifico gusto romanico.

Curiosità dall’ideatore del cammino

Il Cammino di Sant’Agostino è stato creato dall’intuizione di Renato Ornaghi, un uomo appassionato e devoto che, periodicamente, organizza delle domeniche con gruppi e visite guidate di tratti del cammino, fra cui quello che vi ho suggerito poco fa. Vi consiglio di dare un’occhiata al sito del cammino per prendere nota delle date disponibili.

Un’ultima curiosità? Scaricate online la vostra credenziale, una sorta di passaporto del pellegrino che serve per attestare di aver effettivamente percorso il cammino. A ogni santuario raggiunto richiedete il timbro, un ottimo modo per avere un ricordo concreto di tutti i luoghi visitati. Chi lo sa, un giorno vi potreste appassionare e finire per percorrere tutti i 600 km che contraddistinguono questo itinerario!

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